Testo e Foto: Carmelo Fruciano ed Alessia Mattielli
Terza parte
Prosegue dalla seconda parte dell'articolo
A questo punto si accede al corridoio che ci riporterà al punto da cui siamo partiti, il corridoio che possiamo vedere sulla sinistra della piantina. Subito ad angolo (quindi alla nostra destra) troviamo una vasca divisa in due parti. Nella prima delle due vasche così ottenute troviamo una bella scogliera degradante verso il vetro frontale, ricca di alghe verdi e di molti Astroides calycularis. Nei pressi del vetro frontale di questa vasca scorgiamo un vaso di terracotta (del tipo normalmente utilizzato nel giardinaggio) pieno di Cerianthus: se da un lato si tratta di una soluzione necessaria in quanto i Cerianthus vi trovano il substrato a loro più congeniale (substrato che non avrebbero trovato se fossero stati posti in un altro punto della vasca), dall'altro forse si poteva scegliere di optare per una roccia cava o qualcosa di simile in modo da rendere la cosa meno artificiale. Questa vasca ospita diverse specie di pesci di piccole dimensioni tra cui il pesce pettine (Xyrichthys novacula), il pesce trombetta e delle comuni castagnole (Chromis chromis). La seconda delle due vasche individuate dalla sudetta divisione ospita una grossa quantità di Caulerpa prolifera ed un buon numero dei Labridi che comunemente troviamo in acque poco profonde (come Thalassoma pavo).
Proseguendo per questo corridoio, sempre sulla destra troveremo un'altra vasca divisa in due. Una delle due parti ospita diverse cernie di grosse dimensioni, l'altra, che presenta il substrato pressocchè totalmente ricoperto di alghe rosse, ospita alcune grosse stelle marine e parecchi scorfani.
Di fronte alla vasca appena menzionata, quindi alla nostra sinistra, troveremo un'ampia vasca dedicata ai Crostacei, contenente, tra l'altro, parecchie aragoste e grossi paguri (Dardanus arrossor) con attinia simbionte.
Tornando sulla destra potremo vedere una vasca ospitante stelle di mare, pesci della famiglia dei Labridi, dei saraghi, una giovane tartaruga ed una giovane cernia.
Di fronte a questa vasca troviamo una vasca con fondo sabbioso ospitante, oltre a dei pesci abbastanza comuni, delle sogliole che sicuramente incuriosiranno molto il grande pubblico.
Ritornando sulla destra possiamo ammirare due vasche ricavate dalla divisione di quella che precedentemente era un'unica vasca.
Nella prima di queste due vasche possiamo trovare parecchie stelle di mare di colore rosso (Echinaster sepositus) e moltissime oloturie sul fondo, sulle pareti possiamo ammirare alcune grosse attinie (Anemonia sulcata); la vasca ospita pesci relativamente comuni nell'acqua bassa tra cui un nutrito branco di castagnole.
Nella seconda di queste due vasche, che fino a poco tempo fa ospitava parecchi calamari, troviamo due interessantissimi Molluschi: il Bivalve Pinna nobilis ed il Gasteropode Tonna galea (comunemente detto "doglio")
Ritornando a sinistra vedremo quella che oramai è la terza vasca sul lato sinistro di questo corridoio, vasca che fino a poco tempo fa ospitava un polpo di grosse dimensioni, mentre al momento della visita di cui parliamo in questo articolo ne ospitava uno relativamente piccolo.
Accanto a questa vasca troviamo poi una vasca illuminata di blu ed ospitante principalmente alcune grosse stelle marine di colore grigio.
Per finire, ritornando sulla destra vedremo altre due vasche (anche in questo caso derivate dalla divisione di quella che precedentemente era un'unica vasca): la prima, probabilmente in rifacimento, ospitava al momento della visita alcune gorgonie, la seconda un buon numero di pesci abbastanza comuni come spigole e pagelli.
A questo punto potremo uscire o, come vi consigliamo, fare un altro giro in modo da notare eventuali cose che ci erano sfuggite.
Volendo fare un forse inutile paragone con l'Acquario di Londra (struttura sulla quale potete leggere un articolo su questo stesso sito), possiamo dire che l'Acquario di Napoli appare, per pregi e difetti, l'esatto opposto della struttura britannica.
L'Acquario di Napoli, infatti, ha una limitata estensione, ha solo ospiti appartenenti ad ambienti mediterranei, le vasche non sono grandissime. D'altra parte sono segnalati anche animali poco appariscenti, in linea di massima gli ambienti sono ricostruiti con una certa cura, nessun ospite è ospitato in vasche palesemente troppo piccole per le sue esigenze.
In sostanza, l'Acquario di Napoli presenta un approccio profondamente diverso da quello di altre strutture più moderne e spesso pubblicizzate, un approccio che non bada troppo alle voglie di spettacolarità del grande pubblico in favore di un'aderenza ad un principio di divulgazione scientifica.
Preferiamo di gran lunga questo approccio a quello di chi, un po' troppo commercialmente, mira essenzialmente a soddisfare i gusti del grande pubblico dandogli "in pasto" squali, acquari multicolori (salvo poi segnalare sui cartelli i soli pesci) e compagnia.
Non che il grande pubblico non possa rimanere contento visitando l'Acquario di Napoli! Per "l'uomo della strada" ci sono le tartarughe marine, i gattucci, le murene, gli altri grossi pesci, le stelle marine, le meravigliose gorgonie, le colorate spugne e così via...semplicemente a questi organismi viene dato meno spazio che altrove in favore di esseri meno appariscenti (ma non meno interessanti) come ad esempio le oloturie, gli scorfani e così via.
Questo, a nostro parere, oltre al lato squisitamente divulgativo, ha un ulteriore vantaggio: aiuta ad avere una visione meno distorta della realtà. Insomma, quegli ambienti che vedremo sono grosso modo quelli che ci potremmo trovare di fronte immergendoci (spesso anche vicino a riva)...Cosa penseremmo se invece visitassimo un acquario pubblico in cui a farla da padrona sono gli squali e poco spazio è dato al resto? Probabilmente penseremmo che quella sia una fotografia piuttosto attendibile della realtà!
Ovviamente non esiste l'acquario pubblico perfetto ed anche quello di Napoli non sfugge a questa verità. Ad esempio avremmo preferito non vedere il finto relitto di barca o i Cerianthus messi dentro il vaso da giardinaggio e, soprattutto, sarebbe bello se l'Acquario, pur mantenendo questo approccio che condividiamo appieno, ospitasse specie di ambienti diversi da quelli mediterranei, se vi fosse ancora maggior spazio dedicato alla divulgazione con giochini, cartelloni e quant'altro...Ci rendiamo conto, tuttavia, che questo negli spazi a disposizione dell'Acquario non è possibile (anzi, gli spazi sono estremamente ben sfruttati).
In definitiva una visita all'Acquario di Napoli è ampiamente consigliata (e non dimentichiamoci che il prezzo del biglietto è veramente irrisorio!) a patto di non aspettarsi multicolori creature esotiche e scoppiettanti effetti speciali. Teniamoci pronti, invece, a guardare anche le creature più piccole ed a chiederci (e spesso a trovare le risposte nei cartelli esplicativi, per fortuna) di che si tratta: finiremo per conoscere meglio il nostro mare.
Concludiamo augurandoci che questo articolo possa essere di una qualche utilità per chi lo legge in modo da prepararlo alla visita.
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