Carmelo Fruciano
Premessa
In questo breve scritto parlerò di uno dei pesci più amati e robusti che ci siano: Cichlasoma nigrofasciatum. Questo pesce non ha certo colori sgargianti, tuttavia è molto adattabile ed è il primo ciclide consigliabile al principiante infatti:
Personalmente, ritengo che chi non abbia problemi a non ospitare piante, a vedere buche sul fondo e spostamenti degli oggetti si troverà molto bene con questa specie. Per riprodurre questa specie (così come molte altre) ci sono due strade: comprare una coppia di riproduttori o comprare un gruppetto di 4-5 giovani. Consiglio vivamente la seconda scelta perché spesso le coppie (pur essendo state acquistate come tali) non sono coppie o, semplicemente, si 'scoppiano' (cioè litigano) appena arrivati a casa vostra! Partire con un gruppetto di 4-5 giovani sarà quindi più economico, ci darà meno sorprese e, con un po' di fortuna, si formeranno due coppie, anche se dovremo aspettare di più. Qui di seguito do un esempio di come sia possibile riprodurre questo pesce in una vasca di circa 80 litri.
Vasca, attrezzatura e arredamento
La vasca sarà di circa 80 litri (quindi non una vasca eccezionalmente grande), con un normalissimo impianto di filtraggio meccanico-biologico (vedi eventualmente l'articolo sul primo acquario), un impianto di illuminazione anche ridotto (non si coltiveranno piante), riscaldatore a provetta tarato su 25-26 °C. Come materiale di fondo disporremo uno strato di ghiaietto "standard" (granulometria 1-3 mm) neppure troppo alto (bastano 2-4 cm dato che non coltiveremo piante). Per quanto riguarda l'arredamento, disporremo diverse rocce e/o legni in modo da creare diversi nascondigli cercando anche di creare delle suddivisioni dell'acquario (di modo che i pesci non siano in costante contatto visivo). L'acqua da utilizzare ha poca importanza purchè abbia valori medi (dGH 7-15) e sia ovviamente pulita. Prima dell'introduzione dei pesci l'acquario andrà fatto convenientemente 'maturare' (vedi anche l'articolo sul primo acquario)
Acquisto ed allevamento
Nella vasca del negoziante si sceglieranno 4-5 giovani (circa 3 cm di lunghezza) avendo cura di scegliere esemplari vitali, senza pinne troppo rovinate o macchie sospette; bisogna inoltre cercare di acquistare i pesci tutti della stessa taglia (questo per limitare i problemi dovuti alla territorialità). Arrivati a casa (per vostra fortuna non vi si sarà alleggerito troppo il portafoglio!) andranno introdotti con le consuete cure in vasca. Nel periodo successivo si curerà l'acquario normalmente, alimentando i pesci come di consueto (se si integra ogni tanto con del mangime surgelato o con dei pezzettini sottili di carne magra è meglio), pulendo una volta alla settimana il materiale per il filtraggio meccanico (lana di perlon) e cambiando una volta al mese il 20-30 % dell'acqua con acqua nuova. Se avremo seguito queste basilari regole, i pesci cresceranno rapidamente e noteremo come l'aggressività aumenterà progressivamente nel tempo. Se ci capiterà di notare due esemplari che scacciano gli altri con ogni probabilità si sarà formata una coppia. Bisogna stare attenti a salvare gli esemplari sottomessi prima che siano troppo malridotti.
Riproduzione
Nel momento in cui si ha una coppia si può:
La soluzione da scegliere dipende dall'aggressività e dall'affiatamento osservati anche se la seconda soluzione mi sembra più sicura. La coppia, entro un periodo di tempo di solito breve, deporrà le uova in una cavità (mezzo guscio di noce di cocco) o all'aperto su un sasso liscio. Vengono deposte fino a 1000 uova che vengono curate dai genitori. Questi ultimi si alterneranno nella cura delle uova e nella difesa del territorio (anche se di solito la femmina passa più tempo nella cura delle uova e il maschio nella difesa del territorio). Dopo 2-3 giorni le uova si schiuderanno ed i piccoli verranno trasferiti dai genitori in una delle tante buche che erano state da loro scavate sul fondo. Dopo altri 4-5 giorni i piccoli, riassorbito il sacco vitellino, inizieranno a nuotare e formeranno una "nuvola" che verrà "portata a spasso" dai genitori. A questo punto si deve iniziare a nutrire gli avannotti, in quanto hanno consumato la loro riserva energetica che costituiva il sacco vitellino. Riguardo il cibo da somministrare agli avannotti si può scegliere tra naupli di Artemia e mangime secco in polvere (va bene quello per ovovivipari) anche se è chiaro che chi ha poco tempo o esperienza ripiegherà su quest'ultimo. Un buon metodo per somministrare questo mangime agli avannotti è quello di scioglierne un po' in una piccola quantità d'acqua, aspirarlo con una siringa (meglio se al posto dell'ago si è messo un tubicino per aereatori) e spruzzarlo verso gli avannotti (si cerchi di turbare il meno possibile la tranquillità della 'famigliuola'). Così curati (meglio intensificare un po' i cambi parziali dell'acqua), gli avannotti cresceranno presto e diverranno sempre più indipendenti dai genitori. Quando si noterà che i genitori non praticano nessuna cura parentale è opportuno trasferire gli avannotti in un'altra vasca (il più grande possibile), nella quale si ultimerà l'accrescimento, differenziando progressivamente l'alimentazione (è possibile anche, specie con covate non numerosissime, trasferire i riproduttori ma, secondo me, è meglio trasferire gli avannotti per limitare le possibilità di litigi all'interno della coppia).
Conclusioni
Quanto descritto è solo uno dei tanti sistemi per riuscire nella riproduzione (comunque semplice) di C. nigrofasciatum. Ad ogni modo questo mi sembra il sistema migliore, ecco altri due possibili sistemi con relativi difetti:
Mi preme far notare come spesso accada che le coppie alle prime esperienze non portino a termine le riproduzioni: questo è normale ma se la cosa si ripetesse oltre misura bisognerà cercare di limitare i fattori di stress (vasca sovraffollata, troppa confusione nel locale ove è posto l'acquario, pochi nascondigli…).
Concludo augurandovi delle buone (quantitativamente e qualitativamente) riproduzioni con quel meraviglioso pesce che è Cichlasoma nigrofasciatum.
Nota: ho qui usato il nome "Cichlasoma nigrofasciatum" dato che è il più usato nonostante forse questa specie dovrebbe appartenere a un altro genere (credo Archocentrus)
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