Anableps anableps
seconda parte - L'accoppiamento: un mito ed un mistero
Autori: Tom e Pat Bridges
Traduzione: Carmelo Fruciano
All'inizio del '700, quando i primi Anableps furono portati in Europa, Artedi, il più famoso ittiologo del tempo, si dilungò molto riguardo agli occhi inusuali ma non menzionò che questi pesci erano vivipari. Sono più che sicuro che nessuno avrebbe tralasciato tale informazione se fosse stato catturato qualche maschio.
La cosa venne alla luce circa mezzo secolo più tardi. Tale omissione fu probabilmente dovuta alla tendenza delle femmine di Anableps a riunirsi in gruppi in natura e, insieme al fatto che sia maschi che femmine si somigliano quando sono giovani, diede inizio al mito che i maschi di Anableps siano molto rari. Quando confidammo per la prima volta ad un altro acquariofilo che avevamo sei Anableps di cui tre erano maschi la sua risposta fu: "Siete sicuri di avere dei maschi?"
Statisticamente, mi aspetto che circa la metà di tutti gli Anableps nati in natura siano maschi e nelle nostre vasche a volte abbiamo persino avuto il problema di avere troppi maschi e poche femmine. Tale mito non merita di essere perpetrato e, sì, eravamo sicuri.
Se guardate le foto ed i disegni in questa pagina capirete facilmente perchè.
Il dimorfismo sessuale dei maschi di Anableps non è sottile. Ciò che inizialmente è una pinna anale dall'aspetto consueto diventa un notevole gonopodio. Non un'appendice dall'aspetto fragile come quella che si può vedere su un guppy o un portaspada.
Ed il mistero?
Per quello devo spiegare il funzionamento dei genitali maschili e femminili. Proverò ad essere delicato
I maschi possono muovere i loro gonopodi piuttosto vigorosamente ma solo in una direzione.
Alcuni hanno un gonopodio destrorso, altri un gonopodio sinistrorso. Non ci sono maschi che possono cambiare l'orientamento.
Se il poro genitale della femmina fosse facilmente raggiungibile da ambo i lati, non vi sarebbe alcun problema e nessun mistero.
Non fate l'imbarazzante errore che feci io all'inizio pensando che l'ano sia l'apertura genitale. L'apertura genitale delle femmine di Anableps è ricoperto con un "lembo a forgia di scaglia" detto "foriculum" e, l'avrete intuito, alcune femmine hanno un foriculum che si incerniera sulla destra, altre femmine hanno il foriculum incernierato sulla sinistra. Come l'immagine ed il disegno di una femmina matura in un'osservazione post-mortem illustrano, il foriculum, sollevato dalla punta del mio scalpello, è piuttosto largo e sicuro.
Ecco cosa accade. Quando un maschio dotato di gonopodio destrorso si avvicina al lato sinistro di una femmina dotata di un foriculum aperto a sinistra, le potrebbe, se pronta, abbassare il lembo e permettere al maschio di iniettare lo sperma. Tale situazione di compatibilità è quella qui raffigurata. Se il maschio si avvicina ad una femmina con disposizione dell'apertura genitale incompatibile, persumibilmente non ha successo nel fecondarla (tra l'altro, le femmine di solito diventano più grandi dei maschi e potrebbero semplicemente girarsi e cacciarli via se per una qualche ragione non sono interessate all'accoppiamento).
Ciò che non si capisce è perchè il processo di selezione naturale durato milioni di anni non abbia eliminato ciò che sembra essere un impedimento alla riproduzione degli Anableps. Si suppone che vi sia un qualche vantaggio dominante che la scienza deve ancora scoprire a favore di questa situazione.
Il problema per gli acquariofili nel momento in cui cercano di trovare combinazioni compatibili è che l'orientamento dei maschi può essere osservato, quello delle femmine solo supposto.
[Nota dell'autore] Tutto ciò che possiamo offrire è la nostra osservazione che i foricula delle giovani femmine sono più piccoli e sembrano meno saldi. Pensiamo che un maschio incompatibile possa a volte aver successo con una femmina giovane ma dubitiamo che sia possibile con una più vecchia.
[Nota del traduttore] Riguardo al nome dell'apertura genitale femminile, l'autore nel testo originale utilizza indifferentemente per il singolare ed il plurale il termine "foricula". Qui si è ritenuto, invece, che fosse più corretto utilizzare per il singolare il termine "foriculum" e per il plurale il termine "foricula". Infatti il termine latino originario (singolare neutro, caso nominativo) è "foriculum" ("forellino") il cui plurale è, appunto, "foricula" (plurale neutro, caso nominativo).